LE SHORT SERIES DI OPIFICIO SONORO

OS SHORT SERIES 

Cosa sono le OS SHORT SERIES? Una serie di appuntamenti brevi che Opificio Sonoro ci regalerà nel corso di questo Cantiere Internazionale d'Arte.

La loro sarà una vera e propria residenza, che si farà influenzare dal territorio e che restituirà le contaminazioni tra esso e la musica di questo collettivo.

Pillole di musica contemporanea, nei sei appuntamenti di questa serie, che vi invitiamo a scoprire insieme a noi.

 
 
OS SHORT SERIES I

 

 

 

 

 

 

CLAUDIA GIOTTOLI


flauto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

MONTEPULCIANO - Logge di Palazzo Tarugi
MERCOLEDÌ 24 LUGLIO
Ore 17:30

INGRESSO € 1
 
 

Kaija Saariaho 
(1952 - 2023)

Dolce Tormento

per ottavino

 

 

 

 

 
 
 
 
 

 

"Dolce tormento" per flauto solo è un pezzo evocativo di Kaija Saariaho, una delle voci più innovative della musica contemporanea. Composto nel 2004, questo brano fa parte di una serie di opere in cui Saariaho esplora le capacità espressive e timbriche degli strumenti solisti.
Il titolo stesso, "Dolce tormento", riflette il dualismo che caratterizza l'intera composizione. Saariaho, ispirandosi al sonetto "Solo et pensoso" di Francesco Petrarca, crea un paesaggio sonoro che cattura la tensione tra dolcezza e sofferenza, amore e desiderio. Il flauto, con la sua capacità di produrre suoni delicati e potenti, diventa lo strumento perfetto per esprimere queste emozioni contrastanti.

Nel brano, Saariaho utilizza tecniche estese, come il soffio senza tono, i trilli, e i glissandi, per esplorare una vasta gamma di colori e dinamiche. Queste tecniche permettono al flautista di creare suoni che vanno oltre le convenzionali note, aggiungendo profondità e complessità all'esecuzione. La composizione si sviluppa attraverso una serie di frasi melodiche frammentate e gesti musicali che evocano una narrazione interiore, un dialogo silenzioso ma intenso tra l'artista e il suo strumento.

 

"Dolce tormento" for solo flute is a part of Kaija Saariaho's evocative voice, a very innovative part of contemporary music. Composed in 2004, this piece is part of a series of works in which Saariaho explores the expressive and timbral capacity of solo instruments.
The title itself, "Sweet torment", reflects the dualism that characterizes the entire composition. Saariaho, inspired by the sonnet "Solo et pensoso" by Francesco Petrarca, created a soundscape that captures the tension between sweetness and suffering, love and desire. The flute, with its ability to produce delicate and powerful sounds, provides the perfect instrument for expressing these conflicting emotions.

The piece, which uses the same technical equipment, features the same tones, trills and glissandi, to explore a vast range of colors and dynamics. These techniques allow the flutist to create sounds that go beyond conventional notes, adding depth and complexity to the performance. The composition develops through a series of fragmented melodic phrases and musical gestures that evoke an internal narrative, a dialogue of silence and intensity between the artist and his instrument.

 

 

 

S'amor non è, che dunque è quel ch' io sento?

S'amor non è, che dunque è quel ch' io sento?
Ma s'egli è amor, per Dio, che cosa e quale?
Se bona, ond'èl'effetto aspro mortale?
Se ria, ond'è si dolce ogni tormento?

S'a mia voglia ardo, ond'è 'l pianto e lamento?
S'a mal mio grado, il lamentar che vale?
O viva morte, o dilettoso male,
come puoi tanto in me, s'io no 'l consento?

E s'io 'l consento, a gran torto mi doglio.
Fra si contrari venti in frale barca
mi trovo in alto mar, senza governo,


si lieve di saver, d'error si carca
ch' i' medesmo non so quel ch' io mi voglio,
e tremo a mezza state, ardendo il verno.

Francesco Petrarca (1304-1374)

 

If not love, then what is it that i feel?

If not love, then what is it that i feel?

But if it is love, my God, how and why was it created?

If good, where does this sour, mortal effect stem from?

If bad, then why does it make each torment so sweet?

If i burn with love of my own free will, why the tears and cries ?
And if it’s not for my own good, what’s the point of whining?

Oh lively death, oh delightful evil,
how can you have so much power over me, without my consent?


But if i do consent, i hold myself accountable for a tremendous fault.

I find myself, powerless,
on a frail boat in the middle of the raging sea,

torn between two opposite winds,

[This boat is] so poor of knowledge,

and so rich of errors that I don’t even know what I want for myself,
and I shiver during summer, and I burn during winter.

Francesco Petrarca (1304-1374)

 
 
 
OS SHORT SERIES II

 

 

 

 

 

 

 

 

RAFFAELLA PALUMBO


clarinetto

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

MONTEPULCIANO - Logge di Palazzo Tarugi
GIOVEDÌ 25 LUGLIO
Ore 12:00

INGRESSO €1
 
 

Kaija Saariaho 
(1952 - 2023)

Duft

Blütenstaub
Blühend
Flüchtig

 

per clarinetto

 

 

 

 

 
 
 
 
 

 

 

"Duft" è un brano per clarinetto solo composto dalla celebre compositrice finlandese Kaija Saariaho. Questo pezzo, il cui titolo significa “odore, profumo" in tedesco, è stato scritto nel 2012 e riflette l'abilità unica della compositrice di creare atmosfere sonore intense e coinvolgenti.
I titoli sono molto significativi nelle opere di Saariaho, poiché aiutano a definire il materiale musicale che, secondo Saariaho, è la parte più complicata della composizione. Il primo movimento “Blütenstaub” è un sostantivo che significa polline, mentre il secondo e il terzo movimento sono aggettivi: “Blühend” si traduce in “fiorito, in piena fioritura”, e il terzo movimento “Flüchtig” si traduce in “in fuga” o “in volo” . Nella sua analisi Kathryn Vetter sottolinea che “ognuno dei tre movimenti si riferisce a un movimento dell'olfatto” (Vetter 2018).
Il brano è caratterizzato da una serie di gesti musicali che evocano immagini e sensazioni quasi olfattive, come suggerisce il titolo. Saariaho gioca con le dinamiche, i registri e le articolazioni del clarinetto per creare una trama sonora complessa e stratificata, in cui il suono sembra muoversi e trasformarsi, proprio come un profumo che si diffonde nell'aria.

 

 

 

"Duft" is a piece for solo clarinet composed by the famous Finnish composer Kaija Saariaho. This piece, whose title means "smell, perfume" in German, was written in 2012 and reflects the composer's unique ability to create intense and engaging sound atmospheres.
Titles are very significant in Saariaho's works, as they help define the musical material which, according to Saariaho, is the most complicated part of the composition. The first movement “Blütenstaub” is a noun meaning pollen, while the second and third movements are adjectives: “Blühend” translates to “blooming, in full bloom,” and the third movement “Flüchtig” translates to “on the run ” or “in flight” . In her analysis Kathryn Vetter highlights that “each of the three movements refers to a movement of smell” (Vetter 2018).
The piece is characterized by a series of musical gestures that evoke almost olfactory images and sensations, as the title suggests. Saariaho plays with the dynamics, registers and articulations of the clarinet to create a complex and layered sound texture, in which the sound seems to move and transform, just like a perfume wafting through the air.

 

 

 
 
OS SHORT SERIES III

 

 

 

 

 

 

 

FRANCESCO PALMIERI

chitarra elettrica
e elettronica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

MONTEPULCIANO - Logge di Palazzo Tarugi
GIOVEDÌ 25 LUGLIO
Ore 17:30

INGRESSO €1
 
 

Maurizio Tedde 
(1996)

Januvia

(prima assoluta)

 

 

 

 

 
 
 
 
 

 

 

Januvia 
Possa un momento bastare a contenerne il totale. Condannati a fissarlo per poterlo comprendere, inquinati dall’evoluzione, accecati di conoscenza.
 Preghiamo.

Ode a te Januvia, che prosperi celata all’estenuante calca dei vivi. 
Ignoranza come alternativa, prova concreta di connessioni dimenticate. Immagine per immagine, inchiodati ai sensi.
 Preghiamo.

Ode a te Januvia, che prosperi celata all’estenuante calca dei vivi. 
Il folklore primordiale di un popolo lontano, forse mai esistito, risuona tra le crepe di ciò che conosciamo: l’inganno della chitarra, ecco l’armonica, manca la voce.
 Preghiamo.

Ode a te Januvia, che prosperi celata all’estenuante calca dei vivi. 

 

 

 

Januvia 
May a moment suffice to contain the total. Condemned to stare at it in order to understand it, polluted by evolution, blinded by knowledge.
 Let's pray.

Ode to you Januvia, who prospers hidden from the exhausting crowd of the living. 
Ignorance as an alternative, concrete proof of forgotten connections. Image by image, riveted to the senses.
 Let's pray.

Ode to you Januvia, who prospers hidden from the exhausting crowd of the living. 
The primordial folklore of a distant people, perhaps never existed, resonates between the cracks of what we know: the deception of the guitar, here is the harmonica, the voice is missing.
 Let's pray.

Ode to you Januvia, who thrive hidden from the exhausting crowd of the living.

 

 

 
 
OS SHORT SERIES IV
 

 

 

 

 

 

 

GIACOMO PIERMATTI


contrabbasso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

MONTEPULCIANO - Logge di Palazzo Tarugi
VENERDÌ 26 LUGLIO
Ore 12:00

INGRESSO € 1
 
 

Stefano Scodanibbio 
(1956 - 2012)

Geografia amorosa

per contrabbasso

 

 

 

 

 
 
 
 
 

 

"Geografia amorosa" è un esempio perfetto dell’approccio pionieristico di Scodanibbio, che si avventura in una mappatura sonora delle emozioni e dei sentimenti, trasportando l'ascoltatore in un viaggio immaginario attraverso paesaggi affettivi. La struttura di "Geografia amorosa" non segue schemi tradizionali ma si sviluppa come una narrazione sonora. La composizione è suddivisa in diverse sezioni che possono essere interpretate come movimenti di una suite, ognuno con una propria identità timbrica e emotiva. La mancanza di una forma rigida permette una maggiore libertà espressiva e rende il pezzo altamente imprevedibile e dinamico. "Geografia amorosa" di Stefano Scodanibbio è una composizione che esplora i confini della tecnica e dell'espressività del contrabbasso, attraverso l'uso innovativo di armonici, pizzicato, glissando e colpi d'arco. L’influenza di Scodanibbio sulla musica contemporanea per contrabbasso è indiscutibile, rendendo "Geografia amorosa" un brano essenziale per comprendere le potenzialità espressive e tecniche di questo strumento.

 

"Geografia amorosa" is a perfect example of Scodanibbio's pioneering approach, which ventures into a sonic mapping of emotions and feelings, transporting the listener on an imaginary journey through affective landscapes. The structure of "Geografia amorosa" does not follow traditional patterns but develops like a sound narration. The composition is divided into different sections which can be interpreted as movements of a suite, each with its own timbral and emotional identity. The lack of a rigid form allows for greater expressive freedom and makes the piece highly unpredictable and dynamic. "Geografia amorosa" by Stefano Scodanibbio is a composition that explores the boundaries of the technique and expressiveness of the double bass, through the innovative use of harmonics, pizzicato, glissando and bow strokes. Scodanibbio's influence on contemporary double bass music is indisputable, making "Geografia amorosa" an essential piece for understanding the expressive and technical potential of this instrument.

 
 

 
 
OS SHORT SERIES V

 

 

 

 

SARA MAZZAROTTO
violino

STEFANO BRUNO
violoncello

 
 
 

MONTEPULCIANO - Logge di Palazzo Tarugi
VENERDÌ 26 LUGLIO
Ore 17:30

INGRESSO € 1
 
 

Wolfgang Rihm
(1952)

Duomonolog

per violino e violoncello

 

 

 

 

 
 
 
 

 

Composto nel 1983, il titolo stesso, Duomonolog, combina le parole "duo" e "monologo". Questo suggerisce l'idea di due strumenti che dialogano in modo indipendente, come se ciascuno fosse impegnato in un proprio monologo interiore, creando una complessa rete di interazioni musicali.
"Duomonolog"  è una conversazione intensa e riflessiva tra il violino e il violoncello. Ogni strumento ha la sua voce distintiva, ma insieme formano un tessuto sonoro complesso e ricco di sfumature.
I due strumenti spesso si scambiano ruoli, passando da linee melodiche a figure di accompagnamento e viceversa. Questa fluidità nel ruolo e nella funzione crea un dialogo dinamico e in continua evoluzione. 
 "Duomonolog" esplora temi di solitudine e interconnessione. I monologhi individuali dei due strumenti possono essere visti come riflessioni interne, mentre il loro dialogo rappresenta la ricerca di comprensione reciproca e connessione. Questa dualità può essere interpretata come una metafora delle esperienze umane di isolamento e comunicazione.

 

Composed in 1983, the title itself, Duomonolog, combines the words "duo" and "monologue". This suggests the idea of ​​two instruments communicating independently, as if each were engaged in their own internal monologue, creating a complex network of musical interactions.
"Duomonolog" is an intense and thoughtful conversation between the violin and the cello. Each instrument has its own distinctive voice, but together they form a complex and nuanced sound fabric.
The two instruments often exchange roles, moving from melodic lines to accompanying figures and vice versa. This fluidity in role and function creates a dynamic and ever-evolving dialogue.
 “Duomonolog” explores themes of solitude and interconnection. The individual monologues of the two instruments can be seen as internal reflections, while their dialogue represents the search for mutual understanding and connection. This duality can be interpreted as a metaphor for human experiences of isolation and communication.

 
 

 
 
OS SHORT SERIES VI
 
 

 

 

 

 

 

 

SAMUELE TELARI


fisarmonica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

MONTEPULCIANO - Logge di Palazzo Tarugi
SABATO 27 LUGLIO
Ore 12:00

INGRESSO € 1
 
 

Franck Bedrossian 
(1971)

Bossa Nova 

per fisarmonica

 

 

 

 

 
 
 
 
 

 

Franck Bedrossian, compositore contemporaneo francese, è noto per le sue esplorazioni sonore audaci e innovative. Tra le sue opere spicca "Bossa Nova" per fisarmonica, un pezzo che sfida le convenzioni e amplia i confini della musica per questo strumento. La fisarmonica, spesso associata a generi tradizionali come il folk o il tango, viene qui trasformata sotto le mani di Bedrossian. "Bossa Nova" non è ciò che il titolo potrebbe suggerire; non ci sono ritmi rilassati o melodie facilmente riconoscibili, il brano non segue la struttura formale né il carattere ritmico tipici del genere brasiliano omonimo. Al contrario, il titolo è usato in modo ironico o evocativo, come un punto di partenza per una riflessione sulla trasformazione e decostruzione di un'idea musicale preesistente. La  scrittura per fisarmonica di Bedrossian rispecchia un interesse per la materialità del suono e per le sue proprietà fisiche. Questo si traduce in una partitura che richiede non solo una grande padronanza tecnica, ma anche una profonda comprensione delle potenzialità acustiche dello strumento. Il brano rappresenta un significativo contributo al repertorio contemporaneo per fisarmonica, evidenziando come strumenti tradizionali possano essere reinventati attraverso un linguaggio musicale innovativo e sperimentale. La fisarmonica, sotto la penna di Bedrossian, diventa un veicolo per l'esplorazione sonora avanzata, richiedendo un interprete virtuoso e un ascoltatore attento e curioso.

 

Franck Bedrossian, a contemporary French composer, is known for his bold and innovative sonic explorations. Among his works stands out "Bossa Nova" for accordion, a piece that challenges conventions and expands the boundaries of music for this instrument. The accordion, often associated with traditional genres such as folk or tango, is here transformed under the hands of Bedrossian. “Bossa Nova” is not what the title might suggest; there are no relaxed rhythms or easily recognizable melodies, the song does not follow the formal structure nor the rhythmic character typical of the Brazilian genre of the same name. On the contrary, the title is used ironically or evocatively, as a starting point for a reflection on the transformation and deconstruction of a pre-existing musical idea. Bedrossian's accordion writing reflects an interest in the materiality of sound and its physical properties. This translates into a score that requires not only great technical mastery, but also a profound understanding of the acoustic potential of the instrument. The piece represents a significant contribution to the contemporary accordion repertoire, highlighting how traditional instruments can be reinvented through an innovative and experimental musical language. The accordion, under Bedrossian's pen, becomes a vehicle for advanced sonic exploration, requiring a virtuoso performer and an attentive and curious listener.