OZ
IL MAGO
DELLA CITTÀ DI SMERALDO
testo e sceneggiatura
di Gabriele Valentini
Compagnia Teatro Arrischianti
Gabriele Valentini regia
musiche
di Stefano Bechini
(prima assoluta,
commissione 49º Cantiere)
Ore 20:30
con
Gaia Lorenzetti, Francesco Storelli, Maria Pina Ruiu, Andrea Storelli, Calogero Dimino, Damiano Belardi, Federica Ponzeletti, Flavia Del Buono, Emanuela Castiglionesi
e con
Ivana Buoni o Del Buono, Tullia Buoni, Francesco Vellati, Sandra Montauti, Brunella Mosci, Giulia Fuccelli, Rossana Morgantini, Jacopo Lorenzetti
Fabrizio Nenci
luci
Vanessa Armellini
costumi
Federica Ponzeletti
assistente alla regia
Coproduzione
Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte
Nuova Accademia degli Arrischianti
NOTE DI REGIA
A tutti noi suona familiare “Il Mago di Oz”, non necessariamente perché abbiamo letto il libro di Lyman Frank Baum, ma tuttavia ci affiorano alla mente dei ricordi in technicolor: la bambina con le trecce ha il volto di Judy Garland e nelle orecchie le note di “Over the Rainbow”. È passato molto tempo da allora, la bambina è cresciuta, è una ragazza ormai, si fa chiamare Dora e anche i suoni che ci giungono alle orecchie sono diversi, arrivano come in un sogno, portano con sé lo stesso sapore che hanno i ricordi e al contempo ci trasportano in un luogo che non conosciamo, proprio come accade alla nostra protagonista. Dora si sveglia in un luogo che non conosce, accanto a lei un Uomo il quale è pronto a giurare che lei tutte le notti lei sia lì, in quel posto, e non solo lui, anche alcuni degli altri strani personaggi che incontra sembrano conoscerla, tant'è che lei non capisce più se quello sia un sogno o il vero. Sembrano tutti così reali, contemporanei, hanno tuttavia qualcosa di strano, alcuni le piacciono altri la inquietano. Incontra dei compagni di viaggio, ognuno di loro con un desiderio da esaudire, ma lei sente solo una grande mancanza, quella di casa sua. Tutti parlano di Oz, tutti sono convinti che sia l'unico a poterla aiutare. Nessuno sa come sia fatto realmente, si presenta ogni volta con sembianze diverse e non sempre è disposto a parlare, ad un confronto, anzi a dire il vero quasi mai, si limita a lanciare proclami dal suo Castello. In quello che Dora non sa se sia un sogno ha le sembianze di una donna, una donna a capo della Città di Smeraldo: tutti la adorano, tutti ne hanno timore. “Il Mago della Città di Smeraldo” si fa chiamare, anche ora che si presenta con fattezze femminili: chiunque si rivolge a lei lo deve fare declinando le frasi al maschile. (Gabriele Valentini)
DIRECTOR'S NOTE
The familiar “The Wizard of Oz” sounds to all of us, not necessarily because we have read Lyman Frank Baum's book, but nevertheless memories come to mind in technicolor: the little girl with braids has Judy Garland's face and in her ears notes her from “Oltre l’Arcobaleno”. A lot of time has passed since then, the little girl has grown up, she is a girl now, she calls herself Dora and even the sounds that reach our ears are different, they arrive as if in a dream, they bring with them the same flavor that memories have and at the same time they transport us to a place we don't know, just like what happens to our protagonist. Dora wakes up in a place she doesn't know, next to her is a man who is ready to swear that every night she is there, in that place, and not just him, also some of the other strange characters who seem to know her, so much so. 'is that she no longer understands whether that is a dream or the truth. They all seem so real, contemporary, yet there is something strange about them, some she likes, others disturb her. She meets travel companions, each of them with a wish to be fulfilled, but she only feels one great lack, that of her home. Everyone talks about Oz, everyone is convinced that he is the only one who can help her. Nobody knows what he really looks like, he presents himself with a different appearance every time and is not always willing to speak, in a confrontation, indeed to tell the truth almost never, he limits himself to launching proclamations from his Castle. In what Dora doesn't know if it's a dream she has the appearance of a woman, a woman at the head of the Emerald City: everyone adores her, everyone fears her. “The Wizard of the Emerald City” calls herself, even now that she presents herself with feminine features: anyone who addresses her must do so with masculine sentences. (Gabriele Valentini)